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la Storia di Eboli

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Eboli



​Presentazione
La città di Eboli è collocata in un felice contesto territoriale in cui si sono sempre intrecciati una serie di fattori che hanno favorito l'insediamento umano. Collegamento naturale tra la costa e l'entroterra e fra il nord e il sud, si estende dalla piana alle colline retrostanti; con 'vista' sul mare, fu comunque al riparo dalle rapide incursioni e razzie cui erano soggetti i centri costieri; legata all'arteria Sele', non è comunque soggetta ai suoi capricci e alla mutevolezza dei fattori ambientali, che furono invece fatali a Paestum. Il clima è perennemente mite, le dolci colline ricche di storia, di lembi di natura incontaminata e di suggestivi corsi d'acqua, una pianura ricca e fertile, in cui si producono pregiati prodotti alimentari (mozzarelle, carciofi, fragole, ecc.) ne hanno fatto da sempre luogo di richiamo per le popolazioni circostanti. Questa collocazione a metà, fra la costa e l'interno, l'ha messa sempre naturalmente in contatto con la vivacità dei centri costieri, recettori di grandi flussi culturali e politici, e con la serena laboriosità delle zone interne, socialmente più stabili e per questo depositari di culture e di valori consolidatisi nel corso dei secoli. La ricchissima documentazione archeologica, che, quanto prima, sarà definitivamente esposta nel Museo Nazionale della Valle del Sele, sito nel complesso monumentale di San Francesco in eboli, rende ragione di questo assunto. Le prime ricerche scientifiche, avviate nell'800 proprio da due insigni ebolitani, Matta e Romano, già confermavano e precisavano alcune vaghe ipotesi sulla presenza di mitiche popolazioni sul nostro territorio. Le indagini sviluppate in questo secolo, soprattutto nell'ultimo trentennio, in particolare stimolate da ritrovamenti occasionali a seguito dei lavori edili nelle aree congiunte al centro antico, hanno permesso di delineare un quadro più chiaro.

​Premessa
La città, in provincia di Salerno, con un'estensione di circa 138 kmq e con una popolazione di circa 34.000 abitanti, è posta a 145 mt sul livello del mare. È collocata in un felice contesto territoriale, precisamente ai piedi dei Monti Picentini, con la costa, bagnata dalle acque del Tirreno, e l'entroterra nella Piana del Sele. E' caratterizzata da due zone: la prima, per lo più pianeggiante, ha favorito lo sviluppo della città nuova che si è estesa per la maggior parte del territorio fino alla costa tirrenica. Nella seconda, in collina, si impone il centro storico, dove si trovano i luoghi di maggiore interesse, costituito da un nucleo medievale ricco di tesori d'arte, monumenti e chiese tra cui spiccano il Castello Colonna e la chiesa di San Pietro alli Marmi, basilica normanna annessa al convento dei Cappuccini. Il clima perennemente mite, le dolci colline ricche di storia, una natura incontaminata e suggestivi corsi d'acqua, nonché una pianura ricca e fertile in cui si producono pregiati prodotti alimentari (mozzarelle di bufala, carciofi, fragole, etc.), ne hanno fatto da sempre un luogo di richiamo per le popolazioni limitrofe. Per la sua particolare posizione geografica, l'accesso a Eboli è favorito dalla presenza dello svincolo autostradale con uscita Eboli sulla A3 (SA-RC), dalla stazione ferroviaria e dalla SS. 19 che la attraversa in tutta la sua lunghezza. Inoltre, da essa sono facilmente raggiungibili altre zone di interesse turistico come: il Parco di Vallo di Diano e del Cilento, Paestum, etc. Al nome della città è legata una celebre opera della letteratura italiana, il romanzo Cristo si è fermato a Eboli di Carlo Levi, famoso in tutto il mondo.

​Gli albori della storia
Sporadici ritrovamenti nel territorio stanno ad attestare arcaiche frequentazioni umane in periodi largamente anteriori al 3000 a.C. La prima presenza umana documentata sul territorio risale al periodo eneolitico o calcolitico (o età del rame), testimoniata dal ritrovamento di tombe collettive della cosiddetta civiltà del Gaudo (2500 – 1800 a.C.) in località Madonna della Catena, nei pressi dell'attuale cimitero. Tracce di un primo insediamento stanziale risalgono al 1200 a.C. circa, con l'occupazione della collina oggi detta di San Giuseppe o Montedoro, dove gli scavi hanno messo in luce frammenti di ceramica che documentano l'esistenza di rapporti col mondo greco, probabilmente attraverso l'approdo fluviale alla foce del Sele. Le similitudini culturali riscontrate con popolazioni Egeo-Anatoliche, ha fatto pensare a un loro approdo nelle nostre aree. È storicamente accertato, infatti, che verso la fine dell'VIII secolo a.C. i Greci si fermarono stabilmente sulle coste della Campania, e pertanto nella zona. Erano mercanti in cerca di nuovi sbocchi commerciali e contadini desiderosi di raggiungere terre fertili. Anche le lotte politiche in Grecia contribuirono all'esodo delle popolazioni greche, in cerca di asilo, verso la penisola. Nel nuovo territorio esse trovarono pacifiche popolazioni ivi insediate in epoche remote, le quali non si opposero ai nuovi venuti, ma anzi si fusero con queste. Quali fossero, in realtà, tali popolazioni autoctone è difficile da stabilire. Probabilmente si trattava di popoli appartenenti al sostrato mediterraneo, indicato dagli storici, di volta in volta, in maniera contraddicente, ora nei Pelasgi, ora negli Osci o Opici, negli Eburini, o nei Picentini. La fondazione di Eboli, pertanto si potrebbe far risalire a tali popoli primitivi. A prova di ciò si rinvennero iscrizioni di carattere Osci sulla collina di Montedoro, ma è anche vero che non mancano testimonianze di sepolcri greci sotto quelli di epoca pre-romana. Infatti, sebbene alcuni storici propendano per un'origine etrusca della città, il carattere prevalentemente greco delle tombe scoperte nel territorio fa piuttosto pensare che siano stati proprio costoro a edificarla. Oltre che discreto centro commerciale, l'antica Eburi sarebbe stata anche un fortilizio, atto a proteggere i confini della Magna Grecia dall'avanzata etrusca verso il Sud della penisola. Quasi contemporaneamente ai Greci, gli Etruschi, nella loro avanzata verso il Sud d'Italia, s'insediarono nella penisola protesa sul mare tra il golfo di Napoli e quello di Salerno. Lentamente essi estesero la loro conquista ad altre terre e giunsero presso la sponda destra del fiume Sele. Durante la loro avanzata nella Piana avrebbero anche dato il nome al fiume Tusciano. Nel corso del VII secolo a.C. tutta la regione compresa tra il Vesuvio e il Sele era sotto il dominio etrusco, mentre quella che si estendeva a Sud del Sele rimaneva sotto il dominio greco. La presenza degli Etruschi nella nostra pianura, ora denominata Eboli o Pesto, si protrasse per ben quattro secoli, dando vita ad un'intensa vita di traffici, favorita com'era dallo sbocco verso il mare. Fu proprio in questa pianura che, con lo scambio dei commerci, si incontrarono le due civiltà. La ricchezza della Piana del Sele e la sua fertilità ben presto attirarono l'attenzione del popolo che abitava l'entroterra: i Lucani. Pastori per elezione, i Lucani ben presto sentirono il bisogno di possedere i pascoli di pianura per nutrire le loro greggi durante i periodi invernali. Agli inizi del IV secolo a.C. scesero dai monti. Il baluardo che i Greci avevano presumibilmente costituito ad Ebora non dovette reggere all'urto e i Lucani, nonostante la resistenza dei Greci, potettero insediarsi nella pianura del Sele. Presumibilmente la città mantenne il suo carattere di centro commerciale e fortificazione, espandendosi con i suoi nuovi abitanti. Tuttavia, il dominio dei Lucani sarà relativamente breve in quanto l'inarrestabile avanzata di Roma si volgerà ben presto verso la Campania e finirà col fare di Eboli una città romana.

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